Dall’ archivio di Piero Zanettin una foto che ritrae la squadra del Petrarca in occasione della cena di Natale del 1961. Sembra impossibile ma sono passati sessantanni! Oltre a quella dei giocatori dei tecnici e di varie personalità che hanno contribuito a scrivere la storia del Petrarca, spicca la presenza del grande “Maci” Battaglini a quei tempi allenatore del Petrarca e che divenne poi la bandiera degli amici/nemici di Rovigo… La cosa più interessante è però questo gustoso aneddoto che riporta sempre l’ amico Piero:
“Sappiamo di essere belli, ma così eleganti nelle nostre nuove “divise” siamo davvero dei fighi. E quando andiamo in giro tutti ci guardano! E stasera, per la cena di Natale al Biri, siamo gli ospiti d’onore del ristorante. Ospiti bellissimi!
Ad inizio stagione ci hanno presentato un nuovo vice presidente del Petrarca Rugby, il commendator Finizio, industriale milanese diventato padovano sposando una bellissima donna, erede di una buona azienda padovana.
Simpatico per la gran cena che ci offre ogni mercoledì sera alla trattoria Regazzo o per altre cene i per gli inviti a casa sua, o meglio a casa della bella moglie, che ha subito conquistato più di qualcuno di noi.
Il commendatore ha voluto aggiungere un elegante, signorile tocco british e così è arrivato l’abbigliamento ufficiale del Petrarca Rugby first XV, da usare in occasioni formali, trasferte, viaggi e cerimonie: giacca su misura di panno blu con scudetto petrarchino, pantaloni grigio scuro fumo di Londra, cravatta regimental con i colori bianco/neri e un filino rosso. E sacca nera con la scritta bianca Petrarca Rugby personalizzata col numero della maglia che portiamo in campo, un lusso per questi nostri tempi!
Mai avuto un Petrarca rugby così elegante: la prima volta che, scendendo dal pullman, ci siamo così presentati a Rovigo stava per cadere la tribuna Tre Martiri!
Domenica scorsa, a fine partita, ci hanno avvisato: mercoledì sera siete convocati per una riunione importante al Tre Pini alle 21: dovete esserci tutti, è indispensabile!
OK, tutta la prima squadra è presente, in una delle aule di religione del primo piano. Parla il prof. Arslan:
” Ragazzi, mi conoscete bene, conoscete i miei orientamenti, conoscete benissimo gli atteggiamenti dei padri gesuiti che ci ospitano qui al Tre Pini, conoscete lo spirito che caratterizza il Petrarca, ovvero lo sport come mezzo di sana e completa educazione dei giovani. Sapete che non abbiamo interessi economici, tutt’altro, visto che le varie attività si reggono solo sullo spontaneo supporto di tanti amici e benefattori del tutto disinteressati.
Da non molto avete conosciuto un nuovo vice presidente che stasera vuole farvi una proposta. Io non voglio influenzarvi, né lo vogliono i padri gesuiti.
Vi chiedo solo d’ascoltare la proposta, poi noi vi lasceremo liberi di discutere fra di voi. Attenderemo la vostra decisione.”
Il vice presidente Finizio: “siete una bella squadra…… vincete molto……. giocate bene……vorrei vinceste sempre…….. vorrei vincere il campionato……. vorrei vedere il Petrarca essere indiscutibilmente il numero uno sul piano dei risultati…….. così com’è già il numero uno sul piano della classe e della distinzione……..”
Questo il preambolo. Poi, per dare senso concreto, ci propone più numerose e consistenti sedute di allenamento, chiede un impegno importante in contropartita del quale ci sarà un compenso mensile, premi partita, ecc.
Finisce la presentazione. Come previsto, i grandi capi se ne vanno, lasciandoci soli.
Siamo sbalorditi, stasera non ci aspettavamo certo una proposta del genere.
Cosa facciamo? Varie le argomentazioni: i soldi possono fare comodo, ma – grazie al buon Dio – nessuno è con l’acqua alla gola….premi partita, convocazioni, selezioni, risultati….….però abbiamo anche un lavoro da seguire……..od una laurea da completare …….. oggi ci divertiamo come matti…… siamo tutti amici, titolari e riserve…….. giochiamo per il nostro divertimento, il più puro ed il più intenso………
Roberto, Ivano, Matteo, Riccardo…..alcuni di noi hanno il posto in squadra garantito, ma gli altri……..con i premi partita legati alle presenze….., la guerra del venerdì, fra di noi, per conquistare il posto in squadra…….…finiremo con il lottare uno contro l’altro, più che contro avversari…… si comprometterebbe la nostra amicizia…..il nostro piacere di giocare tutti assieme per puro divertimento…..
Siamo veloci ed unanimi. Cinque minuti ci bastano e richiamiamo i Capi: “ringraziamo molto, ma preferiamo restare come ora. Assicuriamo il nostro impegno e se poi i risultati saranno confortanti magari andrà bene qualche piccolo riconoscimento, ma tutti eguali, tutti assieme, tutti amici.” Questo dice il capitano!
Sconfortato l’amico milanese..! Mentre non avremmo potuto fare un miglior regalo ai padri gesuiti ed al prof. Arslan, che si apre in un grande sorriso, molto compiaciuto per la nostra decisione. Penso ci abbraccerebbe tutti molto volentieri…
P.S.
Per la cronaca, la proposta rifiutata non avrebbe avuto vita lunga: in breve tempo il milanese è sparito dalla circolazione, in tutti i sensi, anche a livello imprenditoriale. Le “divise” un po’ alla volta sono diventate non più utilizzabili dalla squadra, mancavano i ricambi per i nuovi arrivati.
E noi abbiamo continuato a giocare senza giacca blu, a giocare come prima, divertendoci un sacco!”