C’era una volta…
Iniziavano cosi un tempo le favole, ed anche la storia della Tre Pini Rugby ha tutte le caratteristiche di una bella favola!
Correva l’anno 1980 ed il Petrarca Rugby che aveva lasciato un segno indelebile nel decennio precedente vincendo campionati a ripetizione, si trovava, grazie alla qualità ed alla prolificità delle proprie squadre giovanili, ad avere una esuberanza di giocatori. Questi però, pur essendo di buon livello, difficilmente avrebbero trovato subito un posto in prima squadra, vuoi per mancanza di esperienza vuoi per qualche carenza fisica o tecnica.
Si pensò così di dare la possibilità di crescere dal punto di vista sportivo, pur rimanendo tra le mura amiche del campo Tre Pini nel complesso sportivo dell’ Antonianum gestito dai Padri Gesuiti, anche a tutti quegli atleti che altrimenti avrebbero dovuto trasferirsi altrove per poter maturare ed ambire quindi in seguito a trovare un proprio spazio in una squadra di rugby ai massimi livelli. Nacque così, dal nulla, una nuova società sportiva che fu iscritta al campionato nella serie C2 con la denominazione di “Tre Pini Rugby”.
La squadra era formata da giocatori giovani del Petrarca affiancati da altri più esperti che pur essendo ormai giunti alla fine della loro carriera sportiva, avevano ancora il desiderio di continuare a divertirsi giocando a rugby senza però lo stress derivante da una partecipazione ai massimi livelli di gioco. Sotto la guida di Elio Michelon, che continuò a scendere in campo sino a che i regolamenti riguardo all’ età dei giocatori glielo permisero, coadiuvato dall’esperienza di Pasquale Presutti, che iniziava in tal modo a muovere i primi passi di quella che si sarebbe poi rivelata una brillante carriera di allenatore, e sotto l’occhio attento di Marcello Fronda e dell’avvocato Luigi Cortuso, infaticabile factum della società, la Tre Pini non solo vinse il campionato di categoria e venne promossa al livello superiore ma, grazie all’ impegno ed alla dedizione di quanti ne facevano parte, replicò il risultato anche negli anni seguenti fino ad arrivare direttamente al campionato italiano di serie A.
Il Petrarca si trovò così ad avere due squadre che contemporaneamente disputavano il massimo torneo nazionale…
Presidente della società era l’ ingegnere Giuseppe “Pino” Bonaiti, guarda caso uno tra quelli che oltre trent’anni prima avevano fondato il Petrarca Rugby e che per lungo tempo era stato giocatore e capitano del Petrarca dei primi anni e poi padre di due figli anch’ essi rugbisti…
La partecipazione alla massima serie, prima che la squadra per motivi economici fosse sciolta, durò qualche stagione con alti e bassi nei risultati in campo, senza però che per questo venissero meno l’ impegno e l’ entusiasmo di quanti ne facevano parte. Il suo ricordo rimane tuttora indelebile in tutti gli appassionati, a forte testimonianza di come il sacrificio e la dedizione possano portare a risultati insperati non solo nello sport ma anche nella vita. La Tre Pini oltre a costituire una nuova indimenticabile opportunità per quanti vi contribuirono, si rivelò anche (come previsto) ottima base di partenza e fonte impareggiabile di esperienza per i molti giovani giocatori che in essa mossero i primi passi nel rugby che “conta” e che negli anni a seguire avrebbero indossato con onore la maglia del Petrarca e di selezioni come il XV della Colonna fino ad arrivare, in qualche caso, anche alla Nazionale Italiana…
Sarebbe bello ricordarli tutti, atleti e non, quanti si impegnarono al massimo delle proprie possibilità sia sul terreno di gioco che fuori dal campo per conseguire quegli storici ed ineguagliati risultati, ma a fare dei nomi si correrebbe il rischio di dimenticarne molti… Dedichiamo quindi solo un pensiero ed un abbraccio ad alcuni amici che non sono più tra noi ma che sicuramente, come tutta la squadra Tre Pini, hanno un posto particolare nei nostri cuori: Giorgio Limena, Toni Marrone, Federico “Cico” Piran e Giorgio Sbrocco che sicuramente, dopo esserlo stati nella loro vita terrena, saranno ancora compagni di squadra lì dove i prati sono sempre verdi e la stanchezza non si sente mai…
Gianluigi Carraro