Si è tenuta oggi a Pretoria capitale del Sudafrica la cerimonia funebre ufficiale per porgere l’ ultimo saluto a Joost Van der Westhuizen, stroncato da un male subdolo ed incurabile, indimenticato mediano di mischia del XV sudafricano vincitore della “William Webb Ellis Cup” dopo una storica finale giocata contro i leggendari All Blacks neozelandesi. La bara con il corpo di Joost coperta dalla bandiera sudafricana e portata dai compagni di squadra vincitori di quella Coppa del Mondo del 1995 guidati dal loro capitano Francois Pienaar ha attraversato il Loftus Versfeld Stadium di Pretoria tra gli applausi scroscianti di centinaia di persone commosse, giunte da ogni parte del Sudafrica per porgere l’ultimo saluto al campione prematuramente scomparso. Il presidente Jacob Zuma presente alla cerimonia ha dichiarato il lutto nazionale per tutta la giornata odierna dando disposizione che tutte le bandiere bordate a lutto fossero esposte a mezz’asta. Joost Van der Westhuizen è stato uno dei più grandi protagonisti del rugby sudafricano, negli anni delicati del post-Apartheid e del passaggio dello sport ovale dal dilettantismo al professionismo. E’ stato, soprattutto, il mediano di mischia che condusse gli Springboks alla vittoria nel Mondiale del 1995, dopo l’epica finale di Johannesburg vinta 15-12 contro gli All Blacks di Jonah Lomu, davanti agli occhi del presidente Nelson Mandela. Un’impresa resa ancora più celebre dal film «Invictus» diretto da Clint Eastwood ed intrepretato, tra gli altri, da Morgan Freeman e Matt Damon
In quella finale, Van der Westhuizen ingaggiò uno straordinario duello con Jonah Lomu, l’irresistibile e potentissima ala della Nuova Zelanda, anche lui icona del rugby mondiale morto nel novembre del 2015, a 40 anni, per le conseguenze di una malattia ai reni. Rimane memorabile un suo placcaggio, coraggioso e risolutivo, in finale proprio su Lomu, mentre la stella degli All Blacks volava verso la linea di meta. E ancora Joost fu decisivo nel servire a Joel Stransky il pallone per il drop della vittoria che il mediano di apertura scagliò tra i pali allo scadere del secondo tempo supplementare. Per il Sudafrica il successo si trasformò in festa nazionale e l’occasione per celebrare tanto la prima coppa del mondo nello sport più amato nel paese, quanto il ritorno a pieno titolo nel consesso sportivo dopo gli anni bui dell’Apartheid e dell’isolamento internazionale.
A quell’ indimenticabile e storico evento erano presenti anche numerosi rappresentanti dei petrarchi con tra gli altri : Luise, Bortolami, Brevigliero, Baccaglini, Rossi, Saetti, Busnardo, Breda come tour-manager ed Enzo Romaro che ricorda così quegli storici avvenimenti vissuti personalmente .
“ E’ il 24 giugno 1995, all’ Ellis Park di Johannesburg, una ventina di Petrarchi sono arrivati per vedere la finalissima, della “William Webb Ellis Cup” che si disputerà tra il paese ospitante, il Sud Africa e la Nuova Zelanda del Panzer Jonah Lomu, data favorita dai pronostici.
Il Sud Africa era appena uscito dall’Apartheid e aveva scelto Mandela come Presidente per la normalizzazione del “Paese Arcobaleno”.
Sveglia presto e la mattinata passata all’African Village in attesa… poi finalmente si va al campo. Siamo seduti in ottima posizione e ci prepariamo a gustare lo spettacolo quando all’improvviso un boato ed ecco apparire un Jumbo con scritto sulle ali “GOOD LUCK BOKKE” che sorvola o meglio sfiora il tetto dello stadio e lo fa precipitare nell’ombra. Un rumore assordante, che quasi provoca il panico, ma poi entra Lui…Nelson Mandela ! e la gioia dello stadio esplode.
E’ forse l’unico nero tra i 60.000 spettatori…
Lo accoglie il capitano, Francois Pienaar, anche lui odiato bianco, che gli presenta la squadra. In campo anche Joost van der Westhuizen, il n.9, gran giocatore, intelligente, veloce, BIANCO… Forse è la prima volta che la Nazione è unita e che i neri si sentono rappresentati dai bianchi e li tifano.
Emozioni indimenticabili, poi la grande battaglia che alla fine dei supplementari vincerà il Sud Africa 15 a 12…”
Adesso anche Joost van der Westhuizen a gioca nel paradiso dei rugbisti assieme a Jonah Lomu ad una moltitudine di rugbysti tra i quali tanti Petrarchi…“