La conquista di uno scudetto è sicuramente un traguardo importante della carriera sportiva di un giocatore di rugby. Tale impresa diventa poi un indelebile motivo di grande orgoglio se essa si realizza riuscendo a superare, contro ogni pronostico e per ben due volte consecutive, quelli che oltre ad essere tra i più forti atleti a livello nazionale sono anche gli avversari di sempre. Proprio questo accadde in quel mese di maggio del 1977. I ragazzi del Petrarca riuscirono nella storica impresa di superare gli amati-odiati avversari del Rovigo conseguendo un risultato che è rimasto nella storia del rugby italiano e nel cuore di quanti ebbero la fortuna di viverlo come giocatori o anche solo come semplici appassionati. Per ricordare quei tempi ma soprattutto per rinnovare la gioia di riabbracciare ancora i vecchi compagni di squadra, domenica 1 ottobre gli ex-giovanotti che furono protagonisti di quello storico evento si sono ritrovati a pranzo presso la tenuta agricola dei fratelli Caterina e Mario Putti, a Conetta ( rinnovando così una tradizione avviata negli anni ’70 con Memo Geremia quando squadra e dirigenti qui si riunivano per festeggiare gli scudetti appena conquistati).
Tanti i ricordi indelebili di quel campionato che rimane unico per l’ interesse suscitato ( fra l’altro con record di spettatori: 20.000 all’Appiani e 14.000 ad Udine in una drammatica giornata nella quale a fine partita un fulmine colpì uccidendolo un tifoso rossoblu). Il momento cloù della festa si è raggiunto quando, al taglio della torta celebrativa, è stato intonato il canto composto appositamente dopo lo spareggio di Udine (cantato usando uno swing alla Nicola Arigliano) con l’ intenzione di ricordare quanto, la settimana prima del match dell’Appiani, ultima partita di campionato con Rovigo e decisiva per riagganciare in classifica di campionato i polesani, in una intervista al Gazzettino un tifoso rodigino aveva profeticamente pronosticato e cioè che se il Petrarca avesse vinto lo scudetto, sarebbe nevicato d’estate nel polesano. Ad agosto infatti una fitta coltre bianca di chicchi di grandine coprì la città delle rose…